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Studi recenti confermano che l’obesità e il sovrappeso possono dipendere da una flora batterica intestinale alterata e dalla scarsa introduzione di fibre vegetali. (per Info sui probiotici, scrivimi e chiedi Info sui Probiotici).
L’intestino di un adulto medio è abitato da circa 1,5 Kg di biomassa batterica la cui composizione in specie microbiche varia in funzione delle abitudini alimentari del soggetto, dal livello igienico e dall’uso di farmaci.
Nello stesso individuo la composizione delle varie specie microbiche intestinali, varia al variare delle stagioni in base a quello che mangia.
Una buona composizione microbica dell’intestino è sufficiente per assicurare salute e buona forma fisica e mentale; Una flora batterica intestinale alterata “detta disbiosi”, invece favorisce infiammazioni e predispone all’obesità e sovrappeso.
Alcuni studi recenti condotti su cavie di laboratorio hanno dimostrato che a parità di calorie introdotte con il cibo, topi con microbioma alterato diventavano grassi rispetto ai loro coetanei con microbioma sano; Modificando il microbioma alterato con l’impiego di probiotici a base di specie batteriche intestinali utili, le cavie tendono a perdere peso.
Per mantenersi in forma e prevenire l’obesità, importante e avere una buona composizione microbica intestinale in grado di favorire la produzione di metaboliti microbici che aiutano a dimagrire e a mantenere bassa l’infiammazione.
Tra i principali prodotti microbici in grado di prevenire l’obesità e migliorare la salute, abbiamo gli acidi grassi volatili a corta catena carboniosa come l’acido butirrico, l’acido propionico, l’acido acetoacetico e il D-beta-idrossi-butirrico. Queste sostanze citate sono prodotte dai microbi intestinali buoni quando fermentano la fibra vegetale solubile, come l’inulina, i FOS ed i Beta-glucani. I batteri intestinali buoni proliferano quando tramite gli alimenti vengono ingerite grandi porzioni di fibra vegetale solubile presente nelle verdure, nella frutta, nei topinambur, nei cereali integrali, nei funghi, etc. I Batteri intestinali buoni fermentano e aumentano di numero nel intestino producendo l’acido butirrico ed altri acidi grassi volatili;
Gli acidi grassi volatili come il butirrico svolgono interessanti funzioni:
a livello intestinale si legano ai loro recettori GRP41 e GRP43 posti sulle cellule L dell’intestino tenue e Crasso, stimolandole a produrre i seguenti ormoni:
- La incretina GLP-1 che entrando poi in circolo stimola il Pancreas a secernere Insulina ed a ridurre lo svuotamento gastrico ed a favorire la motilità intetsinale.
- L’ormone polipeptide-Y “o PPY”, che è un neuropeptide che comunica all’ipotalamo il segnale di sazietà.
A livello del tessuto adiposo invece, gli acidi grassi volatili prodotti dalla fermentazione della fibra da parte del microbioma intestinale, stimolano sempre i recettori GRP41 e GRP43 posti questa volta sui lipociti, favorendo:
- La Perdita di grasso attraverso un incremento della lipolisi
- La formazione di nuovi e giovani adipociti che sostituiscono quelli vecchi, migliorando la glicemia e riducendo l’infiammazione silente.
Al fine di massimizzare la produzione intestinale di metaboliti microbici antiobesità e antidiabetici, come l’acido butirrico, Secondo quanto detto nei riferimenti bibliografici consultati (vedi in fondo alla pagina!), bisogna:
- Curare molto la composizione del microbioma intestinale, attraverso una sana alimentazione e stile di vita
- assumere molti cibi vegetali ricchi di fibra solubile tipo i beta-glucani, l’inulina ed i FOS che sono dei prebiotici, dove per prebiotico si intende una sostanza in grado si favorire la crescita dei microorganismi intestinali utili
- Integrare se necessario, la dieta con Fermenti lattici probiotici dove il termine probiotico è diverso da prebiotico. (per info sui probiotici scrivimi chiedendomi dei probiotici )
Fonte Bibliografica Consultata
- The SCFa Receptor GPR43 and Energy Metabolism; Ikuro Kimura, Daisuke Inoue, Kanako Hirano and Gozoh Tsujimoto – University of Tokyo (Japan) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4046487/
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Beneficial metabolic effects of selected probiotics on diet-induced obesity and insulin resistance in mice are associated with improvement of dysbiotic gut microbiota http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26689997
Nota Legale
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Giusto, però il riso basmati solo quello integrale perché il bianco è raffinato e fa salire la glicemia perché non ha fibre.
Il rapporto tra carboidrati e fibre deve essere inferiore a 7, se è superiore vuol dire che ci sono troppe poche fibre. Controllate le etichette e vedrete che tante paste integrali sono sopra.
Conviene mangiare i cereali in chicco anche per il microbioma, infatti i chicchi vengono solo parzialmente digeriti nello stomaco e scendono così fino al colon dove nutrono i batteri buoni.
Ciao
Ciao Martina: l’indice glicemico relativamente basso del Riso basmati rispetto ad altre tipologie di riso dipende dalla composizione dell’amido: i globuli di amido del riso basmati è ricco di AMILOSIO E POVERO DI AMILOPECTINA…proprio come l’amido contenuto nei legumi e quindi è a basso indice glicemico; al contrario, l’amido del riso comune è povero di amilosio e ricco di amilopectina e quindi sviluppa un indice glicemico altissimo, indipendentemente se raffinato o integrale….
Me ha encantado este artículo y nunca antes había estudiado una opinión como
esta sobre el tema, genial ! Saludos
Grazie Dalsy, sei molto gentile 😀