Fibre vegetali e longevità
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Una dieta ricca di fibre vegetali, può contribuire a prevenire l’invecchiamento, il decadimento cognitivo ed il cancro. Le fibre vegetali promuovono la salute perché vengono fermentate dai batteri intestinali, producendo acido butirrico.
Una dieta ricca di fibre vegetali, stimola i batteri intestinali della macerazione a crescere; questi batteri fermentano la fibra vegetale, producendo acido butirrico; l’acido Butirrico è un acido grasso a catena corta che induce le cellule staminali a differenziarsi, e quindi a ringiovanire organi e tessuti. A beneficiare dell’acido butirrico prodotto dalla fermentazione batterica intestinale della fibra, sono il cervello, la retina, la pelle, il sistema cardiovascolare,e le ossa, etc.
L’acido butirrico aiuta a formare nuove cellule che vanno a sostituire quelle vecchie, contribuendo a riparare organi e tessuti.
Sono alimenti ricchi di fibre, gli ortaggi, le verdure, la frutta, i legumi, i cereali integrali ed i funghi; introdurre nella dieta generose porzioni al giorno di questi alimenti non fa altro che nutrire il microbiota intestinale e favorire la produzione di acido butirrico.
Perché l’acido Butirrico promuove le cellule staminali a differenziarsi?
L’acido butirrico è un inibitore naturale dell’enzima ISTONE DEACETILASI (EC3.5.1.98). L’enzima ISTONE DEACETILASI, impedisce alle cellule staminali di differenziarsi, perché tiene chiusa la cromatina del DNA. L’acido Butirrico è una sostanza che inibisce L’ISTONE DEACETILASI, favorendo l’apertura della cromatina del DNA, permettendo l’espressione dei geni che portano la cellula staminale all’arresto del ciclo cellulare ed alla differenziazione cellulare.
Una dieta ricca di fibre vegetali aiuta a rigenerare i neuroni, ed a favorire la plasticità sinaptica del cervello, migliorando il grado di apprendimento, la memoria e le funzioni cognitive; tutto questo grazie “anche all’acido butirrico” prodotto dai batteri intestinali che fermentano la fibra.
L’acido Butirrico contribuisce anche a prevenire i tumori; le cellule tumorali sono cellule proliferanti che non riescono a portare a termine la differenziazione; se le cellule tumorali vengono spinte a differenziarsi, la proliferazione si bloccherebbe, ed andrebbero incontro all’apoptosi.
Poiché l’acido Butirrico è una sostanza che forza le cellule a differenziarsi, possiede anche proprietà antitumorali; infatti nella bibliografia scientifica ci sono numerosi studi sugli effetti antitumorali in vitro dell’acido butirrico.
L’acido butirrico forza le cellule tumorali a differenziarsi attraverso l’inibizione dell’enzima ISTONE DEACETILASI; le cellule tumorali hanno la cromatina chiusa perché sovra esprimono gli enzimi ISTONE DEACETILASI; L’inibizione di questo enzima può forzare le cellule a smettere di proliferare ed a differenziarsi e l’acido butirrico è una di queste sostanza, prodotte dalla flora batterica intestinale quando mangiamo generose porzioni di frutta e verdura.
Oltre all’acido butirrico esistono in letteratura numerose altre sostanze in grado di inibire la ISTONE DEACETILASI, promuovendo la rigenerazione dei tessuti ed a forzare le cellule tumorali a differenziarsi; tra queste il database Brenda Enzyme, cita: La Tricostatina-A (farmaco), l’acido Valproico (farmaco), l’acido ferulico (polifenolo naturale), la curcumina (polifenolo naturale), l’acido caffeico (polifenolo naturale), l’acido clorogenico (polifenolo naturale), l’acido cinnamico (polifenolo naturale), gli isotiocianati (sostanze solforate presenti nelle crocifere) e l’acido Idrossibutirrico “un metabolita che si forma durante la chetosi indotta da digiuno intermittente e attività fisica di resistenza”; tutte queste sostanze hanno una cosa in comune: Sono in grado di inibire l’enzima ISTONE DEACETILASI, promuovendo la differenziazione cellulare.
Altre due sostanze che promuovono la differenziazione cellulare sono l’acido retinoico (Vitamina A in forma attiva) e la Vitamina D3; queste due sostanze differenzianti non agiscono però SULL’ ISTONE DEACETILASI.
Fonte Bibliografica (Fibre vegetali e longevità)
- Bourassa MW, Alim I, Bultman SJ, Ratan RR. Butyrate, neuroepigenetics and the gut microbiome: Can a high fiber diet improve brain health? Neurosci Lett. 2016 Jun 20;625:56-63. doi: 10.1016/j.neulet.2016.02.009. Epub 2016 Feb 8. PMID: 26868600; PMCID: PMC4903954.
- Un breve elenco di studi sull’uso del butirrato come agente antitumorale https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/?term=Heidor+R&cauthor_id=23140283
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