Il latte alla melatonina
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Alcuni aziende agricole hanno deciso di produrre il latte alla melatonina. Le Mucche quando vengono munte nelle ore notturne al buio, producono un latte ricco di melatonina. I livelli di melatonina contenuto nel latte della mungitura serale, può superare i 40 ng/ml.
Livelli così alti di melatonina possono migliorare la qualità del sonno dei consumatori.
La produzione di latte alla melatonina deve però provenire da allevamenti di mucche rustiche, che hanno una medio – bassa produzione di latte, non superiore ai 30 litri al giorno e devono essere munte la sera evitando che gli animali vengano disturbati dalla luce artificiale bianca o azzurra. La luce bianca e azzurra, sopprime la produzione di melatonina.
Durante il buio notturno la ghiandola pineale delle mucche riversano nel sangue la melatonina; circa il 40% di questa melatonina, va a finire nel latte; il latte ricco di melatonina è da considerarsi un alimento funzionale in grado di migliorare la qualità del sonno ed il funzionamento del sistema immunitario dei consumatori.
Di seguito elenco i nomi delle aziende che producono latte alla melatonina:
- Lullaby Milk, azienda Irlandese
- Slepiz e Indream3 che sono due aziende Neozelandesi
- Ingman Daiery Night time milk – Azienda Finlandese
- Dreamerz, Azienda degli stati Uniti d’America.
Alcune informazioni sulla melatonina
La melatonina è uno dei più antichi e potenti antiossidanti degli esseri viventi; viene prodotta dalle piante, dai funghi e dagli animali. Le sedi della produzione della melatonina sono i mitocondri ed i plastidi. I Plastidi si trovano solo nelle cellule delle piante, mentre i mitocondri si trovano nelle cellule di tutti e tre i regni (vegetale, animale e dei funghi).
La melatonina viene prodotta all’interno dei mitocondri per proteggere questi organelli dallo stress ossidativo. Se la cellula si ammala, i mitocondri della cellula smettono di produrre melatonina, ed il metabolismo passa dall’ossidazione aerobica alla glicolisi anaerobica (effetto Warburg), tipico delle cellule dei tessuti infiammati e tumorali.
La melatonina che viene prodotta nei mitocondri delle cellule non va a finire nel sangue, ma rimane confinata all’interno del mitocondrio e della cellula; la melatonina che vediamo circolare nel snague nelle ore notturne, proviene invece dalla ghiandola pineale. La ghiandola pineale produce e rilascia melatonina nel sangue nelle ore notturne al buio, e viene soppressa dalla luce.
La melatonina che vediamo circolare nel sangue, rappresenta il 5.6% della melatonina totale prodotta dal corpo e viene prodotta solo di notte; Il restante 94,4% della melatonina, viene invece prodotta sia di giorno che di notte, all’interno dei mitocondri e non va a finire nel sangue (ma resta intrappolato nella cellula).
Le cellule che si ammalano, smettono di produrre melatonina, ed i mitocondri non protetti da questo antiossidante, cambiano metabolismo, passando dalla respirazione alla glicolisi spinta tipica delle cellule infiammate e tumorali.
Alcune ricerche hanno dimostrato che le cellule infiammate e tumorali che hanno mitocondri sprovvisti di melatonina, durante la notte riprogrammano il metabolismo assumendo un metabolismo aerobico tipico delle cellule sane, grazie alla melatonina prodotta dalla ghiandola pineale durante le ore serali.
Quindi la melatonina oltre a migliorare la qualità del sonno, aiuta l’organismo a ridurre l’infiammazione ed il rischio tumorale.
Contengono molta melatonina, molte verdure, ortaggi, l’avena, i funghi e persino le deliziose ciliegie.
Un’ottima fonte di melatonina è il latte di mucca munto nelle ore notturne al buio, prodotto dalle 4 aziende che ho citato precedentemente.
Pubblicato da: Tecnologo Alimentare dottor Liborio Quinto -Esperto in Biochimica degli alimenti e della Nutrizione
Fonte Bibliografica
- Edilson Bruno Romanini, Amanda Marchi Volpato, Joice Sifuentes dos Santos, Elsa Helena Walter de Santana, Cínthia Hoch Batista de Souza & Agostinho Ludovico (2019) Melatonin concentration in cow’s milk and sources of its variation, Journal of Applied Animal Research, 47:1, 140-145, DOI: 10.1080/09712119.2019.1583570
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