Il Microbioma si adatta ad una dieta povera di proteine
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Nell’intestino ospitiamo circa 1,5 Kg di microorganismi, prevalentemente batteri.
Le specie microbiche che convivono nell’intestino sono più di 400, e sono in costante equilibrio tra loro. A seconda della dieta, stile di vita, assunzione di farmaci, dello stato psicologico e di salute dell’essere umano, la composizione microbica cambia.
Per esempio, la flora batterica cambia, quando:
- Facciamo abitualmente attività aerobica; esiste un batterio di nome Veillonella atipica, che tende a svilupparsi negli intestini di chi fa attività fisica aerobica (corsa, maratona, ciclismo).
- Cambiamo alimentazione: L’ideale è seguire la stagionalità degli alimenti, in modo da adattare la composizione dei batteri intestinali alla stagione, e modulare al meglio il sistema immunitario contro i malanni di stagione.
- La flora batterica cambia quando si assumono farmaci, alcol, e cibi ricchi di conservanti, selezionando specie microbiche resistenti tali sostanze; l’abuso degli atibiotici è una conseguenza della comparsa di batteri resistenti agli antibiotici
- La Flora batterica intestinale tende a cambiare quando si digiuna per lungo periodo; esistono dei batteri che si adattano a sviluppare negli intestini di chi digiuna, aiutandoli meglio a tollerare tale situazione.
- Anche certe malattie, possono alterare la composizione della flora batterica, ma è anche vero, che modificando la flora batterica si può contribuire a prevenire/curare certe malattie.
I Batteri intestinali si adattano anche alla carenza di proteine, producendo amminoacidi e mettendoli a disposizione dell’ospite.
Le Diete Povere di proteine, possono selezionare specie batteriche che possono produrre proteine e metterle a disposizione dell’organismo umano.
E’ stato dimostrato che una dieta a basso contenuto in proteine, modifica la composizione microbica dell’intestino, favorendo la comparsa di specie capaci di utilizzare l’urea e l’ammoniaca presente nell’intestino per produrre amminoacidi.
È noto che l’urea (una sorgente di azoto inorganico), viene espulsa come scarto metabolico nel lume intestinale. Se la dieta è povera di proteine, nell’intestino incominciano a prevalere i batteri in grado di trasformare l’urea in ammoniaca e convertila in amminoacidi e proteine.
I batteri per utilizzare l’urea e trasformarla in ammoniaca ed incorporarla negli amminoacidi, devono produrre l’enzima UREASI. Gli individui che consumano poche proteine, come i vegani ed i vegetariani, tendono a sviluppare un microbioma capace di produrre grandi quantità di UREASI e convertire l’ammoniaca sprigionata dall’urea in amminoacidi, che poi verranno assorbiti nel sangue.
Alcuni studi infatti riportano che il 20% della lisina e della leucina circolante nel sangue è di origine batterica, come spiego nel mio post “Proteine batteriche prodotte dalla flora batterica intestinale“
La sede principale della sintesi di amminoacidi da parte dei batteri, è l’intestino CRASSO. L’assorbimento di amminoacidi a livello dell’intestino CRASSO, nell’uomo non è stato dimostrato; però è noto che la mucosa dell’intestino CRASSO, esprime le proteine di assorbimento degli amminoacidi e peptidi. Di seguito elenco i trasportatori degli amminoacidi espressi dalla mucosa dell’intestino Crasso, che probabilmente assimilano gli amminoacidi prodotti dalla flora batterica:
- SLC15A1 → chiamato anche trasportatore peptidico-1 (o PEPT1). Espresso nel colon distale, e trasporta peptidi e tripeptidi.
- SLC7A5
- SLC7A6
- SLC7A1 (Trasportatore serina/alanina)
- ASCT2 (trasportatore preferito della cisteina)
- SLC6A14 sovra espresso nel colon discendente rispetto all’ileo.
- SLC36A1 presente in egual misura nell’ileo che nel colon
Poi abbiano altri trasportatori di amminoacidi espressi in modo modesto nell’intestino CRASSO umano, che sono:
- SLC7A8
- SLC7A7
- SLC38A2
- SLC6A6 (detto trasportatore della Taurina)
- SLC3A1
- SLC7A9
- SLC7A11 (trasportatore cistina/glutammato)
- SLC7A1
In conclusione, sembra che la composizione microbica dell’intestino si adatta ad una dieta povera di proteine, producendo una maggiore quantità di ureasi, per utilizzare l’ammoniaca contenuta nell’urea, al fine di produrre amminoacidi e proteine batteriche che possono contribuire a soddisfare le esigenze proteiche dell’organismo umano.
Tecnologo Alimentare Dottor Liborio Quinto
Fonte Bibliografica (Il Microbioma si adatta ad una dieta povera di proteine)
- The influences of low protein diet on the intestinal microbiota of mice https://www.nature.com/articles/s41598-020-74122-9
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