Gli elefanti sono quasi immuni al Cancro

Gli elefanti sono quasi immuni al Cancro perchè il loro DNA contiene 20 copie del gene oncosoppressore P53, mentre l'essere umano ne ha solo uno.
[Figura 1] Gli elefanti hanno meno proabilità di ammalarsi di tumore, perché le loro cellule sono in grado di produrre una maggiore quantità della proteina P53, rispetto agli esseri umani; La proteina P53 è una proteina antitumorale; L’essere umano possiede solo un gene sul cromosoma 17, che esprime il P53, e quando quetso gene non funziona, le mutazioni diventano particolarmente pericolose, perché può trasformare la cellula mutata in cellula tumorale. Il DNA degli elefganti possiedono 20 copie del gene P53, e sembrano essere anche isoforme diverse; pertanto in caso di mutazioni genetiche pericolose, se non funziona un gene P53, ci sono altri 19 geni P53 che prendono il suo posto, rendendo l’elefante quasi immune a sviluppare i tumori.

Gli elefanti sono animali resistenti al cancro; mentre l’essere umano ha la probabilità del 25% di ammalarsi di cancro, negli elefanti questa probabilità è inferiore al 5%.

Perché gli elefanti sono più resistenti al cancro rispetto a noi esseri umani?

Le cellule degli elefanti rispetto a quelle umane, sono capaci di produrre una maggiore quantità della proteina P53, che impedisce alle cellule di trasformarsi in cancro.

La proteina P53 è un potente oncosoppressore, e viene chiamato “guardiano del genoma”; quando una cellula subisce un danno al DNA, per evitare che si trasformi in cellula tumorale, inizia a produrre la proteina P53, che blocca la proliferazione cellulare ed avvia il processo di riparazione dei geni; se non riesce a riparare il DNA, il P53 manda in apoptosi (morte programmata), la cellula danneggiata, evitando che questa si trasformi in cancro. Per approdondire sul P53, invito ad ascoltare il video di questa bravissima Biologa Molecolare:

Le cellule umane possiedono solo un gene P53, e si trova nel braccio P del cromosoma 17. Quando la mutazione avviene a livello del P53, la cellula umana non riesce più a riparare i danni del DNA, e rischia di trasformarsi in cellula tumorale. La maggior parte delle cellule tumorali umane hanno qualche mutazione a carico del gene P53.

Gli elefanti rispetto all’essere umano, possiedono circa 20 copie diverse del gene P53. Queste 20 copie di geni, non esprimono la stessa isoforma di P53, ma circa 20 tipi diversi di P53; Se l’elefante subisce qualche mutazione ad uno o due copie di geni P53, ci sono altre 18 copie di geni P53 che rimangono funzionali; Ne consegue che l’elefante ha meno probabilità rispetto all’essere umano di ammalarsi di cancro, perché in caso di mutazioni pericolose che portano anche al silenziamento del gene P53, l’elefante riesce comunque a produrre P53 dalle altre copie di geni, mentre l’essere umano non può farlo. Per chi volesse approfondire questo tema, suggerisco di leggere la pubblicazione seguente: I geni degli elefanti potrebbero essere la chiave per evitare il cancro (https://www.ox.ac.uk/news/2022-07-15-elephant-genes-could-hold-key-avoiding-cancers ).

Per chi vuole approfondire la biochimica del P53 e del suo oncogene mdm2 (E3-Ubiquitina ligasi) che sopprime la proteina P53, suggerisco di leggere il mio articolo intitolato: P53 e mdm2: Il guardiano del genoma.

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