Gli ossalati della dieta esauriscono le riserve di solfati

Ho notato che quando mangio verdure e frutta ricche di ossalati, le mie feci emanano odore di solfati. La domanda è: da dove proviene il solfato, se nella frutta e nella verdura ci sono pochi solfati? La risposta sono riuscito a trovarla: Praticamente quando ingeriamo ossalati con la dieta, questa viene assorbita a livello dell’intestino crasso a mezzo del trasportatore SAT-1; Per ogni molecola di ossalato assorbito da SAT-1, viene espulsa una molecola di solfato (SO4); questo spiega il perché dopo un’abbuffata di cicorie, bietole, pomodori, o patate, le feci odorano di solfato (da non confondere con l’odore di solfuro di idrogeno). In questo articolo riassumo la biochimica nutrizionale degli ossalati, di come l’organismo cerca di didintossicarsi e di come l’organismo rischia di esaurire le riserve di solfati a causa di un abuso di ossalati.

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Gli ossalati della dieta esauriscono le riserve di solfati

Gli ossalati si trovano in abbondanza nella frutta e verdura; Verdure come spinaci, cavolfiori, bietole, cicorie, lattughe, ravanelli, etc, contengono ossalati. Anche l’organismo umano produce spontaneamente ossalati; l’organismo umano produce ossalati dal catabolismo della glicina, idrossiprolina e dalla vitamina C. Glicina e Idrossiprolina sono amminoacidi presenti in abbondanza nel tessuto connettivo degli animali, e quindi l’abuso di gelatine di carne, nonché il consumo di alimenti ricchi di collagene come il cotechino di maiale e la cotica di maiale, può aumentare la produzione e l’escrezione urinaria di acido ossalico.

La Vitamina C (acido L-ascorbico), se consumato a dosi elevate, può essere scomposto in acido ossalico ed acido tartarico (per approfondire leggere l’articolo: Effetti collaterali da vitamina C https://liborioquinto.altervista.org/effetti-collaterali-da-vitamina-c/ ).

L’organismo di una persona normale è capace di difendersi dall’eccesso di acido ossalico, e possiede degli enzimi che l’aiutano a smaltirlo (Vedi figura in alto); per aiutare l’organismo a smaltire l’acido ossalico, utili sono la Vitamina B6 e la Vitamina B2. Carenze di una delle due o di entrambe le vitamine, favorisce l’accumulo di acido ossalico nel corpo. L’acido ossalico nel corpo fa molti danni, perché promuove la formazione di calcoli renali di ossalato di calcio; I sali di ossalato di calcio sono insolubili; quindi se nel corpo si accumula molto acido ossalico, si formano depositi di ossalato di calcio non solo nei reni (calcoli renali di ossalato di calcio), ma anche lungo i vasi sanguigni (arteriosclerosi), sulle cartilagini (artrosi) e nei tessuti molli (Fegato, Cervello, etc).

Una pubblicazione medica suggerisce che la maggior parte dei tumori al seno che mostrano micro – calcificazioni di ossalato di calcio (e non di fosfato di calcio), sono particolarmente aggressivi, perché sono quasi tutti HER-2 (+), dove per HER-2 (+) si intende dire che il tessuto tumorale esprime i recettori del fattore di crescita epidermico HER, che è molto più fastidioso trattarlo rispetto a quelli estrogeno sensibili. Sempre in questa ricerca, sembra che l’accumulo di ossalati di calcio nei tessuti della ghiandola mammaria, possa favorire la trasizione epidermico-mesenchimale che porta al cancro [Fonte PMC4618885 ].

Chi sono le persone più sensibili agli ossalati?

Le persone normali più sensibili agli ossalati dieetici ed endogeni, sono quelli con problemi biliari. La produzione e secrezione di bile da parte della cistifellea, aiuta a prevenire l’assorbimento di ossalati dalla dieta. La bile serve a sciogliere ed emulsionare i grassi della dieta, formando delle micelle saponose che verranno assorbite nell’intetino tenue; Quando gli acidi grassi vengono emulsionati dalla bile e digeriti correttamente, il Calcio che si trova nell’intestino si combina con l’acido ossalico della dieta, formando sali insolubili di ossalato di calcio che verranno espulsi con le feci. Al contrario, quando lo stomaco ed il pancreas non riescono a digerire bene i grassi, e la cistifellea non produce abbastanza bile, gli acidi grassi liberi competono con l’acido ossalico della dieta nel formare sali di calcio; ne consegue che molte molecole di acido ossalico non riesocno a salificarsi con il calcio e vengono riassorbiti dalla mucosa intestinale dell’intetino crasso.

Quindi la scarsa digestione dei grassi e la scarsa produzione di bile, favorisce l’assorbimento intetsinale dell’acido ossalico contenuto nelle verdure, aumentando il rischio di calcoli renali da acido ossalico.

L’acido ossalico impoverisce l’organismo di solfati

Il problema più grave dell’accumulo di ossalati nel corpo, è l’esaurimento delle riserve di solfati; Quando il corpo perde molti solfati attraverso le urine e le feci, il tessuto connettivo si indebolisce, i vasis anguigni ed i legamenti diventano più deboli, le ossa diventano osteoporotiche, la pelle invecchia e le cartilagini si indeboliscono. I solfati sono un componente base della matrice extracellulare, ecco perché si dice che i solfati fanno bene ad ossa, articolazioni e pelle;

I solfati servono anche al corpo per eliminare le tossine attraverso gli enzimi SULT (sulfotransferasi); quindi una scarsa disponibilità di solfati, rende le persone vulnerabili alle tossine, farmaci ed ai metalli pesanti.

Perché l’acido ossalico della dieta impoverisce il corpo di solfati?

L’assorbimento dell’acido ossalico a livello renale e della mucosa intestinale dell’intetino crasso, avviene attraverso un trasportatore chiamato SAT-1 (chiamato anche trasportatore Slc26a1).

Quando l’acido ossalico (non salificato con il calcio), viene assorbito da SAT-1, conteporaneamente espelle una molecola di solfato SO4. Quindi più ossalati mangiamo e più solfati espelliamo con le feci; più acido ossalico si forma nel corpo, e più solfati espelliamo con le urine; il corpo quindi si esaurisce di solfati, ed il tessuto connettivo si indebolisce e si diventa anche più sensibili alle sostanze inquinanti.

Le persone che subiscono maggiori danni da un eccesso di ossalati, sono quelli con difetti genetici degli enzimi del ciclo dell’omocisteina, come le mutazione agli enzimi MTHFR, DHFR, metionina sintasi reduttasi, CBS, etc. Anche le carenze delle vitamine che contorllano il ciclo dell’omocisteina, possono rendere sensibili alla dieta ricca di ossalati; Infatti i solfati si formano dal ciclo dell’omocisteina attraverso la via della transulfatazione; se ci sono problemi nel ciclo dell’omocisteina, il corpo tenderà a formare pochi solfati; se poi queste persone assumono grandi quantità di ossalati, tendono ad esaurire le riserve di solfati, creando danno al corpo.

gli alimenti ricchi di acido ossalico, possono spingere il corpo ad espellere i solfati; ecco perché il consumo di certe verdure e frutta ricche di ossalati (ma poveri di solfati), possono favorire la produzione di feci che odorano di solfati (da non confondere con il solfuro di idrogeno).

Cosa fare per prevenire l’accumulo di ossalati nella dieta?

  • Moderare con il consumo di quelle verdure particolarmente ricche di ossalati, come le bietole, le crucifere, etc; in particolare bisogna evitare die sagerare con gli estratti liquidi di verdure.
  • Integrare la dieta con Vitamina B6; La vitamina B6 favorisce il funzionamento dell’enzima gliossilato/alanina Transaminasi (EC 2.6.1.44), che aiuta l’osslato a trasformarsi in glicina;
  • Integrare la dieta con vitamina B2, perché favorisce la conversione dell’ossalato in glicolato attraverso l’enzima gliossilato reduttasi EC 1.1.1.26.
  • Cercare di ripristinare la salute del fegato e della colecisti; infatti se la colecisti funziona bene, produrrà abbastanza bile e quindi bloccherà l’assorbimento degli ossalati da parte dell’intestino, e quindi eviterà la perdita di solfati attraverso le feci.

Fonte Bibliografica (Gli ossalati della dieta esauriscono le riserve di solfati)

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Pubblicato da Dottor Liborio Quinto

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Una risposta a “Gli ossalati della dieta esauriscono le riserve di solfati”

  1. Cancer cells’ low sensitivity to oxalate Xiaoxia Li2,*
    , Tianlun Lei1,*, Yilin Zhang1
    , Man Tang1
    , Meng Xing1
    , Jingli Peng1
    ,
    Min Fu1
    , Li Xu1
    , Wenliang Zhou1
    , Qiuyun Liu1,**
    1School of Life Sciences, Sun Yat-sen University, Guangzhou 510275, China.
    2School of Materials Science and Engineering, Sun Yat-sen University, Guangzhou
    510275, China.
    *Xiaoxia Li and Tianlun Lei contributed equally to this work.
    **Correspondence: Qiuyun Liu, Ph.D, School of Life Sciences, Sun Yat-sen
    University, Guangzhou 510275, China. Tel: [+86 (020) 84110296]; E-mail:
    [email protected] https://www.preprints.org/manuscript/202003.0390/v1

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