Essere calmi dovrebbe aiutare a prevenire L’Alzheimer

Essere calmi dovrebbe aiutare a prevenire L'Alzheimer

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Essere calmi dovrebbe aiutare a prevenire L’Alzheimer, perché un battito cardiaco più lento ed un sonno più regolare migliora il drenaggio delle tossine che si depositano negli spazi vuoti delle sinapsi.

L’Alzheimer è una malattia del cervello che porta ad una grave perdita di memoria ed alla compromissione delle normali funzioni cognitive. Chi ne è affetto, dimentica addirittura i nomi dei suoi figli e si disorienta facilmente anche nella sua casa; Il malato grave di Alzheimer per esempio, può dimenticare anche la posizione della stanza da letto o il bagno all’interno della propria abitazione.

L’Alzheimer è scatenata da un continuo e graduale accumulo di proteine BETA-AMILOIDI, all’interno degli spazi vuoti del cervello.

Nel cervello ci sono i neuroni; I neuroni sviluppano le funzioni cognitive, la memoria, l’orientamento spaziale, l’olfatto, il linguaggio, le capacità di calcolo e la coordinazione motoria.

I neuroni non sono l’uno attaccato all’altro, ma si avvicinano tra di loro “senza toccarsi”, attraverso dei rami. I neuroni comunicano tra loro attraverso questi rami, liberando neurotrasmettitori. Ogni singolo neurone è dotato di miliardi di ramificazioni, che li consentono di mettersi in contatto con gli altri neuroni vicini, ed anche con quelli molto distanti, quando i rami sono particolarmente lunghi.

I rami di un neurone non si toccano mai con i rami dei neuroni vicini, ma si avvicinano ad una distanza che gli consente di scambiarsi goccioline di neurotrasmettitori (dopamina, serotonina, noradrenalina, acetilcolina, etc). Gli spazi vuoti che separano i rami dei neuroni, prendono il nome si sinapsi. E’ proprio nelle sinapsi, che il ramo di un neurone libera neurotrasmettitori verso gli altri neuroni, consentendo il passaggio di impulsi nervosi che formano la memoria, il movimento e le funzioni cognitive.

Se le sinapsi (questi spazi vuoti), si intasano di sporcizia extracellulare, i neuroni non riescono più a scambiarsi neurotrasmettitori, e le facoltà mentali incominciano a decadere, ed è quello che succede ai malati di ALZHEIMER.

In chi sviluppa L’ALZHEIMER, presenta le sinapsi (ovvero gli spazi vuoti tra i rami dei neuroni), intasati di sporcizia extracellulare che compromette la memoria e le funzioni cognitive.

Per essere più precisi, nel cervello di chi soffre di Alzheimer si accumula una proteina insolubile chiamata beta-amiloide. Se questa non viene rimossa, si aggrega con altre proteine beta-amiloidi, generando dei grossi aggregati proteici chiamati PLACCHE BETA-AMILOIDI.

Le placche beta-amiloidi bloccano le sinapsi e quindi bloccano la comunicazione dei neuroni in alcune aree del cervello.

Si può prevenire l’Alzheimer?

Il cervello produce sin da giovani, le proteine beta-amilodi, che intasano le sinapsi; tuttavia durante il sonno, gran parte delle proteine beta-amiloidi vengono rimosse dal sistema glinfatico.

L’Alzheimer si sviluppa lentamente nel corso degli anni, quando nelle sinapsi si formano le placche beta-amiloidi; per prevenire la formazione delle placche, bisogna favorire la rimozione delle proteine beta-amiloidi; ma se non vengono rimosse, le beta amiloidi si aggregano tra loro formando le placche beta-amiloidi che sono irrimuovibili. Quindi si può prevenire o rallentare lo sviluppo dell’Alzheimer, ma non si può guarire.

Per favore la rimozione delle beta-amiloidi nel cervello, bisogna dormire; Quando si dorme, gli spazi vuoti del cervello si allargano, consentendo al liquido cerebrospinale rilasciato dal sistema glinfatico, di lavare il cervello, rimuovendo tutte le impurità. La cattiva abitudine di non riposare la notte, è un fattore di rischio per lo sviluppo dell’Alzheimer, che è una malattia che può iniziare sin da giovani, ma che i sintomi compaiono in tarda età.

Durante il sonno i volumi vuoti degli spazi extracellulari del cervello “si allargano”; si allargano perché nel cervello diminuisce la Noradrenalina; La noradrenalina riduce il volume degli spazi vuoti, mentre l’abbassamento della noradrenalina, provoca l’allargamento degli spazi vuoti, favorendo una migliore rimozione delle beta-amiloidi.

Per dormire bene e tenere bassa la noradrenalina, bisogna evitare lo stress e l’ansia; stress è ansia disturbano il sonno ed impediscono una corretta pulizia delle sinapsi.

Infine è bene ricordare che quando una persona è calma, il battito cardiaco è più lento e regolare, ed il liquido cerebrospinale spinto dal battito cardiaco e dalla respirazione lenta, entra più facilmente negli spazi extracellulari del cervello, consentendo una migliore pulizia.

Infine cito anche il ruolo dell’attività fisica moderata ed aerobica nelprevenire l’Alzheimer. L’attività fisica aiuta ad abbassare la noradrenalina nelle ore successive; inoltre l’attività fisica moderata aiuta a regolarizzare il battito cardiaco, migliora la frequenza respiratoria e la pressione sanguigna, che sono tutti fattori che contribuiscono a migliorare il drenaggio del cervello dalle tossine.

Fonte Bibliografica consultatata

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Pubblicato da Dottor Liborio Quinto

Sono un appassionato di Biologia e Chimica degli Alimenti, e condivido con Voi, il Mio sapere. Chi è interessato a propormi qualcosa, può contattarmi

2 Risposte a “Essere calmi dovrebbe aiutare a prevenire L’Alzheimer”

  1. Sostanze naturali preventive dell’Alzheimer attraverso il potenziamento della via della alfa-secretasi (ADAM10 –> gamma-secretasi), che porta alla formazione del peptide sABPPalfa che ha funzioni neuroprotettive e neurotrofiche : ADAM10 in Alzheimer’s disease: Pharmacological modulation by natural compounds and its role as a peripheral markerhttps://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S075333221837032X

  2. L’acido retinoico è coinvolto nella prevenzione dell’Alzheimer, perché induce l’espressione del gene ADAM10 che dirotta la degradazione della proteina integrale di membrana APP, verso la via non amiloidea. Quindi l’acido retinoico ed i suoi precursori ed analoghi sintetici, sembrano contribuire a prevenire l’Alzheimer (accumulo di placche beta-amiloidi). Sappiamo anche che nell’ipotiroidismo vi è carenza dell’enzima epatico BETA-CAROTENE DIOSSIGENASI, con conseguente sviluppo d sintomi da careza da vitamina A. La letteratura scientifica suggerisce che gli ipotiroidei sono anche più inclini a sviluppare l’Alzheimer; mettendo in collegamento tutte quetse informazioni, ho l’impressione che la relazione tra ipotiroidismo e predisposizione alla sindrome di Alzheimer, dipenda dal deficit cronico di retinoidi (vitamina A attiva), a causa della ridotta espressione dell’enzima beta-carotene diossigenasi. https://link.springer.com/article/10.14283/jpad.2023.20#:~:text=Hypothyroidism%20was%20significantly%20more%20prevalent,%25%2C%20p%3D0.35).

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