Inibire PTP1B per dimagrire e ringiovanire il cervello

Inibire PTP1B per dimagrire e ringiovanire il cervello - Inibitori naturali dell'enzima PTP1B, l'enzima responsabile della resistenza all'insulina (diabete), della resistenza alla leptina (obesità e disturbi endocrini) e della resistenza ai fattori di crescita cerebrale BDNF ed NGF
[Figura 1] L’enzima PTP1B è responsabile della resistenza insulinica (obesità viscerale e diabete-2), della resistenza leptinica,, che porta al sovrappeso e all’obesità e della resistenza dei recettori TRK ai fattori di crescita dei neuroni (BDNF e NGF), che porta all’invecchiamento cerebrale. Nel grafico vengono indicate le sostanze naturali in grado di rallentare l’enzima PTP1B, in modo da ripristinare il funzionamento dei recettori.

Inibire PTP1B per dimagrire e ringiovanire il cervello

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Da un po’ di anni, è noto l’esistenza di un enzima che blocca i recettori dell’insulina, dei dei fattori fattori di crescita nervosi e del recettore della leptina;

Questo enzima si chiama PTP1B (EC3.1.3.48), e quando è troppo attivo, provoca l’obesità addominale, il diabete-2 e la neuro-degenerazione.

Il PTP1B iperattivo, il diabete-2, perché inibisce il recettore dell’insulina; di conseguenza il tessuto muscolare e gli organi, faticano ad assorbire il glucosio, e si sviluppa il diabete.

Il PTP1B iperattivo provoca obesità e rallentamento metabolico, perché va ad inibire il recettore ipotalamico della leptina; La LEPTINA è definito ormone del dimagrimento; il suo recettore si trova nell’ipotalamo, una zona del cervello che controlla l’intero metabolismo del corpo umano; è l’ipotalamo a decidere se trasformare le calorie dietetiche in grasso o muscolo; è l’ipotalamo a decidere se trasformare le calorie dietetiche in grasso o calore corporeo; è l’ipotalamo a decidere se dirottare le calorie dietetiche verso la funzione riproduttiva (fertilità femminile e maschile), oppure immagazzinarlo come grasso; è l’ipotalamo ad attivare la fame o la sazietà, la sete o la non sete. Per approfondire il ruolo della leptina sulla regolazione dell’accumulo di grasso corporeo, invito i lettori a leggere il libro Guida Pratica alla dietaGift ed all’alimentazione di Segnale

L’ipotalamo quando non funziona bene, rischia di provocare disturbi endocrinologici, come l’obesità, la fame incontrollata, l’intolleranza allo stress psichico e fisico, l’amenorrea, l’ipotiroidismo, etc.

Le cellule dell’ipotalamo sono ricche di recettori della LEPTINA. È la leptina a comandare all’ipotalamo di dirottare le calorie dietetiche verso la produzione di calore corporeo, la fertilità ed il trofismo muscolare. Quando la leptina si lega ai recettori ipotalamici, ordina all’ipotalamo di indirizzare le calorie dietetiche verso la sintesi di muscoli, produzione di calore corporeo, energia, fertilità etc.

L’enzima PTP1B è un potente inibitore del recettore della leptina; quando PTP1B è molto attivo, viene quasi disattivato il recettore della LEPTINA, portando l’ipotalamo ad abbassare il metabolismo, ad innescare la fame, ed ad indirizzare le calorie in eccesso verso l’accumulo di grasso anziché di muscolo e calore corporeo.

Il PTP1B sovraespresso, provoca obesità perché interferisce sul recettore ipotalamico della leptina; l’inibizione del PTP1B “anche con l’ausilio di sostanze naturali”, potrebbe contribuire a riattivare il recettore ipotalamico della leptina, ripristinando il metabolismo.

Il PTP1B troppo attivo, favorisce l’invecchiamento cerebrale; Il cervello è popolato da neuroni, e quando questi diventano vecchi, vengono sostituiti con i neuroni giovani. A produrre i neuroni giovani, sono le cellule staminali del cervello; A guidare le cellule staminali del cervello a proliferare ed a differenziarsi in nuovi neuroni ed a crescere, sono il BDNF ed il NGF; queste due sostanze sono i fattori di crescita dei neuroni del cervello; Il BDNF ed il NGF, si legano rispettivamente ai recettori TIROSIN KINASI “TRKA e TRKB”.

È stato scoperto che l’enzima PTP1B iperattivo, blocca i recettori TRKA e TRKB, impedendo ai fattori di crescita del cervello, di formare nuovi neuroni e nuove sinapsi; ciò porta alla perdita di massa neurale ed alle malattie neuro degenerative. Inibire con sostanze naturali e/o farmaceutiche il PTP1B, potrebbe essere un potenziale obiettivo per la cura delle malattie neuro – degenerative legate all’invecchiamento e favorire la differenziazione e la crescita di nuovi neuroni.

Per prevenire/curare l’obesità, la resistenza insulinica (DIABETE-2) e l’invecchiamento del cervello, potrebbe essere utile usare farmaci e/o sostanze naturali in grado di rallentare l’attività enzimatica dell’enzima PTP1B.

Le industrie farmaceutiche e gli istituti di ricerca, hanno individuato diverse molecole in grado di rallentare questo enzima; Io essendo un tecnologo alimentare, mi limiterò ad elencare solo le sostanze naturali, molte delle quali presenti in alcuni alimenti.

La TRODUSQUEMINA un potente inibitore di PTP1B, estratto dagli intestini degli Squali

Una delle sostanze naturali sperimentali che risulta essere un potente inibitore del PTP1B, è la TRODUSQUEMINA, questa sostanza è stata isolata nel 2000 dagli intestini degli Squali (pescecani), ed è risultato essere un’ottima molecola per curare l’obesità ed diabete-2; Da questa molecola è stato preso spunto per realizzare un farmaco sintetico sperimentale MSI-1436 contro il diabete-2 e contro l’obesità; forse potrebbe svolgere un azione utile contro le malattie neuro degenerative come l’Alzheimer.

Cercando sul Database del Brenda Enzyme, l’enzima PTP1B (EC3.1.3.48), troviamo l’elenco degli inibitori naturali e di sintesi del PTP1B; Nel vasto elenco, sono presenti le seguenti sostanze naturali:

  1. Alcol Oleanolico ed Acido Oleanolico: queste due sostanze sono presenti nelle olive, nell’olio extravergine di oliva e negli estratti delle foglie di ulivo.
  2. Spermina e Spermidina: sono due poliammine che stimolano la longevità; Alcuni alimenti, come il germe di grano, sono ricchi di spermidina; Le due poliammine aiutano a ringiovanire il cervello ed a migliorare la glicemia, anche perché riescono a rallentare l’attività enzimatica del PTP1B.
  3. Lo stigmasterolo: è un fotosterolo presente nei vegetali ed in particolare nell’olio extravergine di oliva.
  4. Il Menadione è la forma solubile della Vitamina K, ossia il menadione è la Vitamina K3, utilizzata nei mangimi per gli animali, ma vietata negli alimenti dietetici per esseri umani. Negli alimenti ed integratori alimentari sono consentite solo le forme liposolubili della vitamina K (la K1 e la K2). Il Menadione ha potenzialità antitumorali ed antinfiammatorie; per esempio è un noto inibitore dell’enzima IDO-1, responsabile della formazione della CHINURENINA, un potente agente neurotossico e immunosoppressivo. Il menadione figura anche nella lista degli inibitori naturali del PTP1B, per cui potrebbe avere degli effetti benefici contro il diabete, l’obesità e l’invecchiamento neurologico.
  5. Lupenone e lupeolo; Il lupeolo ha diverse potenziali proprietà medicinali, come l’attività antitumorale e antinfiammatori. Il lupeol si trova in una varietà di piante, tra cui mango, Acacia visco e Abronia villosa.Si trova anche nel caffè di tarassaco. Lupeol è presente come componente principale nella foglia di Camellia japonica
  6. Acido Maslinico: Si trova sulle bucce delle olive ed è un triterpene.
  7. Acido Betullico: si trova negli estratti di betulla ed alte piante.
  8. Berberine, è un prodotto erboristico noto per le sue proprietà antidiabetiche. Un meccanismo antidiabetico della Barberina è quella di rallentare l’attività del PTP1B
  9. Il Cromo (IV); sappiamo che in commercio si vendono integratori a base di CROMO PICOLINATO per contribuire a migliorare la tolleranza al glucosio (diabete) ed il trofismo muscolare; probabile che il meccanismo del cromo si basa sull’inibizione del PTP1B.
  10. Corcosolic acid è un triterpene isolato dalla pianta Legerstroemia speciosa; il Corcosolic acid è simile all’acido ursolico che si trova abitualmente nello strato ceroso di pruina della buccia della frutta.
  11. Papaverina estratta dal papavero: La papaverina sembra essere un inibitore di PTP1B; si trova nel papavero, e in un post precedente ho descritto la papaverina come un inibitore dei recettori RAGE, utile per prevenire l’infiammazione scatenata dai prodotti della glicazione avanzata (A.G.E).
  12. Il proteoglicano FYGL estratto dal Fungo Reishi (Ganoderma lucidum). Nella bibliografia scientifica infatti questo fungo è considerato utile per il diabete, l’obesità, lo stress e la neuro-degenerazione. Ci sono studi che suggeriscono come gli estratti del reishi stimolano la neurogenesi in cavie di laboratorio.

Tecnologo Alimentare Dottor Liborio Quinto – Esperto in Biochimica della Nutrizione; profilo linkedin https://www.linkedin.com/in/lliborioquinto/

Fonte Bibliografica (Inibire PTP1B per dimagrire e ringiovanire il cervello)

Inibire PTP1B per dimagrire e ringiovanire il cervello

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Pubblicato da Dottor Liborio Quinto

Sono un appassionato di Biologia e Chimica degli Alimenti, e condivido con Voi, il Mio sapere. Chi è interessato a propormi qualcosa, può contattarmi

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